venerdì 11 marzo 2011

Julian Assange e il caso Wikileks

L'uomo oggi è inserito in quello che si può definire la società dell'informazione.

Non c'è rete televisiva ormai che non possieda un proprio spazio informativo, ma internet ha abbattuto le frontiere, permettendo la comunicazione in tempo reale e i giornali onl

ine ne sono un esempio. La caratteristica del giornale digitale sta prop

rio nella rapidità di raccolta e diffusione delle notizie: la rete non dorme mai.

-Julian Assange e il caso Wikileaks-

Pochi

mesi fa l’attenzione dei media si è concentrata sull’enigmatico 39enne australiano Julian Assange, laureato in fisica

all’Università di Melbourne e fondatore di Wikileaks, il sito specializzato in Intelligence che ha consegnato a tre quotidiani 92mila documenti riservati sulle operazione militari statunitensi in Afghanistan. Documenti che hanno infiammato il dibattito su scopo e direzione della guerra americana in Medio Oriente.

Julian Assange ha un passato da hacker: alla fine degli anni ’80, con il nome in codice "Mendax", ha fondato un’organ

izzazione chiamata "International Subversive". La polizia si è accorta presto d

i lui, e nei primi anni ’90 Assange è finito in manette con l’accusa di essersi infiltrato nella rete di computer di una grossa società di telecomunicazioni canadese. Assange, tutt

avia, è riuscito ad evitare la galera grazie a una sentenza favorevole (rischiava 10 anni).

Wikileaks nasce nel 2006 con queste dichiarazioni di Assange: «I nostri bersagli principali sono i regimi oppressivi come la Cina, la Russia, e l’Asia Centrale, ma ci aspettiamo di essere d’aiuto anche per chi in Occidente vorrebbe che fossero denunciati comportamenti illegali e imm

orali dei governi e delle grandi società».

Nel 2008, arriva il riconoscimento da parte di Amnesty International, per le rivelazioni sulle esecuzioni sommarie della polizia in Kenya.

The Economist assegna al sito il premio New Media Award.

http://www.youtube.com/watch?v=7YtM31FvcKk

Tutto cambia quando ad aprile 2010, appare su Wikileaks il video della strage di

civili iracheni da parte di soldati americani. Successivamente, a luglio, escono alcuni documenti segreti sulla guerra in Afghanistan, seguita d

a 400.000 comunicazioni confidenziali sul conflitto in Iraq e tante altre rivelazioni che aumentano a dismisura la visibilità del sito e fomentando critiche. Se da una parte alcuni “vecchi sostenitori” fanno dietro-front, dall'altra Wikileaks acquista una miriade di simpatizzanti che contribuiscono a sovvenzionarlo da tutto il mondo con micro-pagamenti Paypal.

É interessante come un'organizzazione senza sede fisica, né fissa, che si sposta virtualmente dove le leggi sulla libertà d'espressione sono più tolleranti, riesca a sopravvivere con un budget di 200.000 euro l'anno. Molti documenti sono già stati scaricati via Twitter in forma criptata sui computer di decine di followers (per usare un termine “twitteriano”) in modo tale, dice Assange, se dovesse succedere qualcosa a lui o al sito principale, scatta automaticamente la rivelazione della password che consentirà comunque la divulgazione del materiale recuperato. Che sia vero? Di sicuro vera è la frase di Assange: “il coraggio è contagioso, più dimostriamo che la verità è vincente, più avremo nuove rivelazioni”.

Nel dicembre 2010 si diffonde la notizia del mandato di arresto della procura di Stoc

colma per stupro e aggressione contro due donne, per fatti avvenuti nel mese di agosto 2010 con maggiorenni consenzienti (pare che lo stupro nasca dal fatto che il profilattico si sia rotto incidentalmente) e Julian Assange dichiara: "Eravamo stati avvertiti del fatto che avremmo dovuto aspettarci degli sporchi trucchi e ora abbiamo il primo".

L'Espressen, il quotidiano che ha comunicato la notizia, "é solo un tabloid: nessuno è stato contattato dalla polizia svedese". "Sono accuse senza fondamento - conclude - e la vicenda è profondamente inquietante".

Assange decide di costituirsi a Londra il 7 dicembre 2010, mentre lo stato svedese sembra intenzionato a chiedere l’estradizione.

Davanti al Tribunale inglese si sono mobilitate centinaia di persone, tra cui il famoso regista Ken Loach, l'attivista per i diritti umani Jemima Kahn e il giornalista australiano John Pilger, ma non solo, attestazioni di stima giungono da Noam Chomsky, che assieme a diversi intellettuali ha firmato una lettera aperta inviata al premier Julia Gillard, affinchè garantisca un sostegno fattivo ad Assange.

Il 16 dicembre 2010, Assange viene rilasciato su cauzione.

Nel mese di febbraio 2011, Il tribunale deve ancora valutare la richiesta di estradizione da parte della Svezia.

Per terminare...

Nonostante sia contenta che qualcuno abbia finalmente avuto il coraggio di diffondere notizie tenute segrete e si opponga alla manipolazione dell’opinione pubblica cercando di dare voce agli oppressi, sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere i governi al cambiamento, c'è da domandarsi fino a che punto le informazioni devono essere divulgate. La riservatezza, in alcuni casi è necessaria.

Credo che la verità sia il punto di partenza per un possibile cambiamento e valga la pena utilizzare le nostre energie per sostenerla, rimanendo nel rispetto e nell'utilizzo di quest'ultima per il bene comune. Credo inoltre che il senso di responsabilità, di ognuno di noi, possa migliorare notevolmente la nostra società orientandoci ad attuare scelte consapevoli e rispettose.

E voi cosa ne pensate?

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