giovedì 3 febbraio 2011

Pubblicità e bambini... cosa c'è sotto?



Ciao a tutti! Sono qui sul blAg del corso di MPC dell'univda per parlare di un tema che non è così evidente a tutti, qualcuno forse non ci ha proprio fatto caso, perchè è cosi che si fa, a volte quando qualcosa ci sembra "scomodo" lo ignoriamo semplicemente, ma che tuttavia è ben presente nelle nostre vite quotidiane.

Provate a pensarci... quando accendete la tv, soprattutto in alcune fasce orarie, durante la pubblicità, ogni quanto vedete un bambino o almeno un riferimento ad esso? E inoltre, che tipo di pubblicità è?

Bene, io cercherò di esporvi qui il mio punto di vista, ma soprattutto alcuni dati reali e concreti sull'utilizzo negativo dei bambini nelle pubblicità. Credo che sia giusto parlarne perché, anche se può non sembrare un vero problema, è importante notare come il più delle volte i bambini siano usati esclusivamente come mezzo per far spendere soldi ai genitori, o come la loro immagine sia sfruttata in quanto portatrice di valori come la purezza e la sincerità che trasmettono di conseguenza l'idea della genuinità e della bontà del prodotto pubblicitario.

Dovete sapere innanzi tutto che anche il Ministero dello Sviluppo Economico (dipartimento per le comunicazioni) ha pensato che fosse giusto tutelare i minori dalle “minacce” della tv, con un Codice di autoregolamentazione tv e minori, rinominato "Comitato Applicazione Codice Media e Minori" ai sensi dell'art. 6 del D.P.R. 14 maggio 2007 n. 72.

Con questo codice i firmatari s’impegnano in propositi molto nobili come, per esempio, la protezione dei minori contro la dipendenza e l'imitazione della tv, la collaborazione col sistema scolastico per l'educazione dei minori attraverso lo strumento televisivo, il miglioramento della qualità dei programmi destinati bambini e molte altre belle intenzioni...

È interessante inoltre come anche lo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) abbia stilato delle regole di comportamento, in cui l’articolo 11 dice che “Una cura particolare deve essere posta nei messaggi che si rivolgono ai bambini e agli adolescenti o che possono essere da loro ricevuti.

Questi messaggi non devono contenere nulla che possa danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente e non devono inoltre abusare della loro naturale credulità o mancanza di esperienza, o del loro senso di lealtà”. Pare quindi che tutti si preoccupino di non ledere la sensibilità e l’innocenza dei minori, mentre sembra invece che la preoccupazione dell’uso fatto dei bambini nella pubblicità sia molto ma molto inferiore.

Siamo sicuri che tutte queste belle parole e idee, ma soprattutto REGOLE vengano rispettate?? Beh io personalmente non lo sono!

Basti pensare al bombardamento pubblicitario subito dai bambini nella fascia pomeridiana del doposcuola: in 2-3 ore si assiste a un continuo alternarsi di cartoni animati e spot, che, il più delle volte, pubblicizzano giocattoli, zaini e astucci del personaggio che era stato fino a 30 secondi prima sotto gli occhi del bambino che di conseguenza vorrà a tutti i costi tutti gli accessori possibili e immaginabili del suo eroe. Bisogna anche considerare che 2-3 ore è il bombardamento a cui vengono sottoposti i bambini quando vanno a scuola perché in realtà, come si può evincere dal piano della “politica commerciale- target bambini” di Mediaset di gennaio-marzo 2011, i cartoni animati iniziano verso le 7: 30 del mattino e terminano verso le 17: 30; questo vuol dire che su Italia 1 passano 10 ore ininterrotte di cartoni animati e pubblicità per bambini.

Al giorno d'oggi la pubblicità in Tv destinata ai bambini e che li vede anche protagonisti, occupa uno spazio di mercato pari al 3% degli investimenti. Chiaramente il settore con la maggior presenza di bambini è quello dedicato ai giocattoli ed ha un giro d'affari di circa 60.000.000 di euro, segue a ruota il settore alimentare nel quale i minori sono largamente presenti a partire dal cibo per neonati fino a quello per tutta la famiglia poiché, come è noto, i genitori comprano quello che piace ai figli. In ultimo, dopo il settore dei prodotti per l'igiene della prima infanzia, troviamo quello dei prodotti farmaceutici e sanitari che in quanto generi di prima necessità richiedono meno pubblicità.

Quest'ultima osservazione ci aiuta a porci una domanda molto importante: qual è il vero oggetto della pubblicità? Ebbene, tendenzialmente è un prodotto di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno e di cui, senza la pubblicità che ce lo inculca e indirettamente ce lo impone, non sentiremmo alcun bisogno.

Per tornare all'argomento del mio articolo ho pensato di raccontarvi cosa ho dedotto da un paio di pomeriggi passati a guardare la Tv nella fascia oraria che va dalle 16.30 alle 18.00, quella in cui i bambini al rientro da scuola fanno merenda davanti ai loro cartoni animati preferiti (sono stati due pomeriggi molto lunghi, credetemi -.-'' ... ma anche molto interessanti e fruttuosi per la mia “ricerca”.) C'è da dire che la prima parte di questo “esperimento” l’ho fatta durante il periodo natalizio quindi ho pensato che i risultati potessero essere leggermente falsati a causa della festività ormai diventata prevalentemente commerciale (ma non voglio entrare nel merito!!) e del conseguente bombardamento pubblicitario, ma in realtà non credo che la differenza sia poi così sostanziale rispetto a un altro periodo dell'anno, poiché, giusto perché quei due pomeriggi erano stati cosi appassionanti, ho deciso di dedicarne un altro all’osservazione della Tv, e più precisamente di Italia 1..ebbene la differenza che pensavo di rimarcare non esiste affatto! Indifferentemente dal periodo in cui ci si trova, la frequenza e la mole di spot sono in sostanza identiche!

Parlando ora un po' in termini di dati, vediamo che Italia 1, il canale leader per quanto riguarda l’intrattenimento dei ragazzi nella fascia 4-14 anni (secondo i dati dell’autunno 2010), nel trimestre gennaio-marzo 2011 ha deciso di incrementare ancora la pubblicità rispetto all’anno passato di 4 break pubblicitari la domenica e di 2 dal lunedì al venerdì. Per quanto riguarda la frequenza possiamo dire che la pubblicità passa all’incirca ogni 20 minuti e che lo spazio pubblicitario assegnato agli spot per bambine e bambini è identico (37,5% l’uno) con un avanzo del 25% per spot su altro (cibo, serie televisive…), e la stessa pubblicità è passata con una media di 3-4 volte l’ora.

A questo punto qualcuno potrebbe non essere ancora completamente convinto del fatto che i bambini siano strumentalizzati in modo negativo dal mondo della pubblicità televisiva. Credo allora che non potrei dirvi niente di più sensazionale: esiste un premio dedicato alle imprese che tutelano l'immagine corretta dei bambini!

Questo premio si chiama Child Guardian Award e questi riconoscimenti vengono assegnati alle migliori pubblicità della tv, stampa, affissioni e web, che sono riuscite a offrire l’immagine più corretta dei bambini, coniugando il rispetto dei Diritti dell’infanzia con un linguaggio comunicativo efficace. Il 27 ottobre si è svolta la cerimonia di premiazione a Milano e nella categoria Tv il vincitore è stato lo spot della Banca Intesa San Paolo, chiamato “l’asilo”, premiato “per aver raccontato una storia intensa di amicizia e complicità tra due bambine che, diventate adulte, sono capaci di raccogliere le sfide del mondo del lavoro. Un’immagine positiva che mette in luce valori quali il coraggio e, la fiducia nelle proprie capacità”; invece lo spot che ha ricevuto la menzione d’onore, è quello della Moby intitolato “le mie vacanze” perché “ha presentato in modo divertente ed efficace il prodotto “viaggio”: attraverso il racconto di un bambino il viaggio diventa la parte più bella e interessante dell’intera vacanza”.

Ora, l’iniziativa può anche sembrare simpatica e, forse, in fondo lo è, ma… riflettiamo… se esiste un premio che incita le aziende pubblicitarie a non fare un uso sbagliato dei bambini vuol dire che esiste un pericolo! Penso che ora nessuno possa più sostenere che sia un problema irreale, come può aver pensato prima d'ora chi non ha mai dato un gran peso alla questione, bensì MOLTO concreto!!

Bene, siamo arrivati alla fine del mio articolo, spero che sia piaciuto a tutti ma soprattutto che sia servito per rendere più evidente un problema che forse prima non era. Ma speriamo soprattutto che presto i bambini smettano di essere uno strumento nelle mani degli adulti che, invece di proteggerli, li “sfruttano” per i loro fini commerciali! Voglio terminare con una domanda un po’ provocatoria, per incitarvi a esprimere la vostra opinione: è giusto formare una mente senza capacità critiche con questo bombardamento?


Giorgia

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