giovedì 3 febbraio 2011

Fascismo e Propaganda

"Ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al Regime si fa!"
(Discorso di Mussolini ai direttori dei giornali di Palazzo Chigi
10 ottobre 1928).

E' stata proprio questa affermazione del Duce a darmi "l'input" a cominciare una piccola ricerca per scoprire come il fascismo ha
imposto le sue idee nascondendo tutto ciò che poteva essere dannoso dal suo punto di vista all'opinione pubblica. Inoltre mi sono interrogata sugli strumenti che il Regime ha utilizzato a tale scopo per ottenere l'appoggio della popolazione.
Veicolando immagini e notizie i mass media finiscono per incidere sulle emozioni, sulle credenze e sugli atteggiamenti di milioni di persone come diceva G.Le Bon "Conoscere l'arte di impressionare l'immagine delle folle vuol dire conoscere l'arte di governare".
Ed è proprio ciò che il fascismo ha saputo sfruttare attraverso l'arte della propaganda. Ad esempio in occasione delle chiamate alle urne del 24 marzo 1929 e del 25 marzo 1934, la radio, il cinema e i cinegiornali giocarono un ruolo importante assieme a mezzi di comunicazione più tradizionali come la stampa, i manifesti (http://www.dittatori.it/manifestifascisti.htm), gli slogan (es. Credere, Obbedire, Combattere!), i poster, le fotografie, oltre ai "dialoghi al balcone del Duce", alle celebrazioni e le manifestazioni di massa scandite dal calendario fascista.
http://www.youtube.com/watch?v=bxlBI5tgvoY&feature=fvsr
E' noto che la prima guerra mondiale costituì un momento di svolta cruciale nella sperimentazione dei mezzi di comunicazione.
Infatti, col tempo e, specie negli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale, il fascismo comprese la potenzialità dell'uso della propaganda come strumento di divulgazione e di indottrinamento delle masse.
Questo sistema autoritario pronto ad appoggiare chiunque fosse disposto ad usare "man forte" fu assicurato da una grande capacità comunicativa attraverso la quale fu stabilito un controllo totale sull'informazione e la cultura.
Mussolini scopre l'importanza della comunicazione utilizzata come strumento di contatto con gli italiani, considerati come veri consumatori politici del Regime, avendo imparato che nella storia le idee hanno forza solo in quanto sono capaci di trasformarsi in miti per trascinare le folle.
Fu per questo motivo che il Duce, nel contatto diretto con il popolo, lodava la nazione attraverso l'esaltazione del passato, la celebrazione delle virtù della stirpe, la memoria degli eroi e delle imprese guerresche.
Il processo di "fascistizzazione" aveva l'obiettivo di creare una nuova immagine del giovane stato italiano e cioè quella di un paese efficiente, forte e lavoratore.
I messaggi erano rivolti a tutte le categorie della società: contadini, industriali, insegnanti, donne, giovani e anziani. Tutte le classi sociali erano considerate ed è per questo motivo che il fascismo può essere definito come un Regime di popolo anziché di casta nel quale le fasce basse della popolazione non sono coinvolte all'interno della società.
Fortunatamente oggi giorno in Europa vi è la democrazia, e di conseguenza ognuno di noi è libero di fare le proprie scelte, di accedere alle cure sanitarie, di avere un lavoro dignitoso, ma nonostante ciò le persone che riescono ad accedere ai livelli più alti della società sono poche. Probabilmente perché i cittadini non hanno i mezzi sufficienti per raggiungere certi livelli, o forse perché manca la volontà, o semplicemente perché lo stato non ha interesse nel coinvolgere attivamente tutti gli strati sociali.
Il Fascismo, invece, puntava sul popolo e non sui "pochi eletti" sfruttando al massimo i mezzi di comunicazione, come ad esempio, la stampa, la radio e il cinema.

La stampa fu uno strumento propagandistico culturale di fondamentale importanza che toccò ogni aspetto della vita italiana e ne dettò i modelli comportamentali.
Il Regime acquistò le maggiori testate giornalistiche per portare avanti il suo progetto teso ad accrescere il consenso intorno al fascismo. Le immagini di Mussolini e dei gerarchi fascisti comparivano quasi tutti i giorni insieme a quelle delle "opere" e delle "realizzazioni" del Regime; altrettanto frequenti erano le illustrazioni che esaltavano il combattivo ardore della nuova Italia fascista, la sua forza militare, la sua prosperità economica e il suo senso di disciplina interna.
L'Ufficio Stampa venne poi trasformato in Ministero della Cultura Popolare (Min.Cul.Pop) che aveva l'incarico di controllare ogni pubblicazione sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al Regime. Inoltre diffondeva i cosidetti ordini di stampa "le veline" (http://www.tecalibri.info/O/OTTAVIANI-G_veline.htm) con i quali si impartivano precise disposizioni circa il contenuto delle notizie, l'importanza dei titoli e la loro grandezza.
Vi era anche un'attenzione particolare nella scelta delle fotografie correlate agli articoli; ad esempio i soldati non venivano mai immortalati mentre salutavano i familiari commossi.
Non va dimenticato l'interesse del fascismo verso l'educazione dei ragazzi, per questo esistevano delle pubblicazioni specifiche per questa categoria nei quali veniva divulgata l'ideologia fascista (es. superiorità dei bianchi verso i neri). Importante in questo senso il ruolo del fumetto nel periodo fascista (http://www.ic-commerciale-corsi.ts.it/anni50/fumetti.htmw.ic-commerciale-corsi.ts.it/anni50/fumetti.htm).

Quando nel 1922 Mussolini prese il potere in Italia, subitò affermò pubblicamente di ritenere il cinema "l'arma più forte dello Stato", poiché nella visione cinematografica lo sforzo nella lettura veniva sostituito dal piacere continuato del succedersi delle immagini concrete e, per così dire viventi, superando in questo modo la barriera dell'analfabetismo.
Fino al 1931 i cinegiornali erano muti, ma grazie all'avvento del sonoro, una nuova era della cinematografia italiana cominciò: i suoni cominciarono a dare un senso a scene banali, ma permisero soprattutto di istruire e commuovere il pubblico, affascinato dal connubio immagine-parole.
Tutti i principali avvenimenti del Regime venivano prontamente ripresi e proiettati affinché il popolo sapesse come il fascismo creava e operava. L'informazione veniva proiettata obbligatoriamente in tutti i cinematografi prima di ogni spettacolo.
In quegli anni nacque l'Istituto LUCE (Unione Cinematografia Educativa) che si occupava della produzione di documentari e cinegiornali rivolti sia al pubblico italiano sia a quello straniero.
Essa aveva il compito di esaltare il primato di civiltà italiana, lo spirito nazionale, la grandezza dell'Italia, la dedizione alla patria, la perfezione dei nostri armamenti, la vittoriosa esecuzione delle imprese belliche e naturalmente, prevedeva l'inevitabile sconfitta del nemico. (Si veda per esempio il film di propaganda in cui viene rievocata la marcia su Roma: http://www.youtube.com/watch?v=ITN_0dlasEI&feature=related). I cinegiornali proiettavano notizie che riguradavano non solo Mussolini o la casa Savoia, ma anche informazioni provenienti dall'estero, modelli da imitare e un'immagine deformata degli altri paesi. (http://www.youtube.com/watch?v=s234jOOGSTA)
In quegli anni gli studi di Cinecittà diventarono il "motore per lo sviluppo del cinema fascista" e promotore dei film nazionali. Le sale cinematografiche erano numerose ma non riuscivano a coprire tutto il territorio nazionale e così il Regime decise di creare il "Cinemobile", un furgone dotato di un proiettore per pellicole e diffusore di suono che proiettava i film propagandistici nelle piazze dei luoghi più sperduti.

Oltre al cinema Mussolini sfruttò anche la radiodiffusione per la sua propaganda. All'inizio preferì il contatto diretto con la folla in quanto gli apparecchi radiofonici erano troppo costosi e ancora poco diffusi. Soltanto negli anni '30, con l'interesse dell'industria e lo spostamento a Torino del centro amministrativo, la radio decollò e si trasformò in uno strumento di propaganda del Regime, organizzando anche radiodiffusioni pubbliche dei discorsi del Duce a beneficio di chi non possedeva un apparecchio. Le trasmissioni erano controllate da una commissione di ascolto che decideva cosa doveva essere censurato. La radio consentiva di raggiungere direttamente tutti gli italiani nelle proprie case: dalla grande città allo sperduto e remoto casolare di campagna. I discorsi del Duce venivano trasmessi simultaneamente nelle scuole, nelle officine, nella piazze di tutto il paese attraverso altoparlanti ed erano percepiti come veri e propri eventi a cui si assisteva di persona.
Tutte le classi sociali erano prese in considerazione attraverso la creazione di programmi appositi per i fanciulli e gli agricoltori.
I bambini venivano condizionati attraverso programmi radiofonici creati appositamente per loro come "Il giornale radiofonico del fanciullo" dove vi erano trasmissioni speciali per la formazione dei ragazzi.
Mentre invece per i contadini fu creato un programma dal titolo "L'ora dell'agricoltore" che rompeva l'isolamento della vita contadina e portava alla ribalta le masse rurali particolarmente fiere degli intervalli musicali considerati segno di riscatto sociale.
Oggigiorno i regimi autoritari non sfruttano più i mezzi di comunicazione come "un'arma" per ottenere il consenso da parte della popolazione poiché le persone hanno a disposizione uno strumento di informazione potentissimo: Internet.
Proprio per questo motivo le dittature che si sono instaurate recentemente, anziché sfruttare la potenza della comunicazione hanno preferito soffocarla in modo tale da evitare qualsiasi forma di protesta da parte della popolazione.
Infatti, mantenendo i popoli nell'ignoranza diventa più semplice imporre la propria autorità e reprimere tutti coloro che hanno idee divergenti rispetto a quello del dittatore.
Basta pensare allo scittore letterario cinese Liu Xiaobo che è stato arrestato per aver cercato di difendere i diritti umani. (http://www.youtube.com/watch?v=a13QuyGKj2w&playnext=1&list=PL72512F0020B.C7170&index=48)
A mio avviso, il Fascismo ha ottenuto ampio consenso da parte della popolazione attraverso un sistema dittatoriale in cui i mezzi di comunicazione di massa giocarono un ruolo fondamentale.
Esso non solo sfruttò i mezzi di propaganda classici, ma ebbe la fortuna di poter utilizzare una più ampia e varia gamma di strumenti comunicativi che gli permisero di raggiungere tutte le categorie della popolazione. Tutto ciò fu possibile grazie alle nuove invenzioni, come radio e cinema che andavano perfezionandosi in quel periodo.
Inoltre, l'uso massiccio di queste ultime, unito a una serie di imposizioni educative, atte a formare una nazione pronta a contribuire con fierezza e totale dedizione alla creazione del Grande Impero Italiano, portò a un vero "bombardamento propagandistico" che non poté non condizionare il popolo.
Tuttavia, sono discutibili i contenuti che passarono. Una cosa è certa: tutti erano volti ad incrementare oltre misura il patriottismo e a infondere nella popolazione una certa sicurezza, evitando e censurando tutto ciò che poteva nuocere all'immagine del Regime, mostrando così sempre e soltanto un paese forte e in salute.
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